Riflettori accesi sui Fondi di Coesione con il festival "La Città delle Muse"

Comunicare a studenti e cittadini come queste risorse possano contribuire alla crescita e allo sviluppo del territorio

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Si è concluso con grande successo di pubblico, e il coinvolgimento corale di numerose istituzioni, il Festival "La Città delle Muse”, l’evento con il quale l’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara, grazie al supporto di Regione Abruzzo, ha presentato le proprie ricerche alla comunità vestino-pescarese, trasformando il territorio in un grande laboratorio di idee e innovazione.

Obiettivo sfidante dell’iniziativa è stato quello di diffondere in maniera tangibile i campi di applicazione e i risultati dei fondi di coesione, spaziando dalla letteratura, all’urbanistica, alle scienze economiche fino alla medicina passando per il teatro e le arti figurative. «Il Festival MUSE - ha dichiarato Emanuela Murri Autorità responsabile del Psc Abruzzo - di fatto ha rappresentato per la Regione un’azione pilota di comunicazione, finanziata attraverso il progetto Assiste Abruzzo, linea comunicazione, gestito da Formez, volta a sensibilizzare studenti e cittadini su come questi fondi possano contribuire alla crescita e allo sviluppo del territorio. In tal modo si intende valorizzare il ruolo della ricerca come motore di innovazione e beneficio collettivo, in linea con l'evoluzione del PSC 2000-2020.»

Il festival, come hanno evidenziato il sottosegretario alla programmazione nazionale e comunitaria Daniele D’Amario e l'assessore all’Istruzione e Università Roberto Santangelo, è stato pensato come un modello replicabile anche per gli altri atenei abruzzesi, perché valorizza il dialogo tra università, istituzioni e cittadini, rendendo accessibili temi complessi con linguaggi diversi.

Guardando ai finanziamenti europei, nel solo periodo 2020-2024, l’Università d’Annunzio si è aggiudicata ben 47 progetti, per un valore complessivo di oltre 9 milioni di euro (9.133.000 €). Di questi, più di 5 milioni di euro provengono dal prestigioso programma Horizon Europe, a testimonianza dell'eccellenza raggiunta in ambiti di ricerca altamente competitivi, e circa 1,4 milioni dal programma Erasmus+, fondamentale per la mobilità e la collaborazione internazionale.

Passando ai finanziamenti nazionali, i risultati sono altrettanto significativi. Nel periodo 2021-2023, l'Ateneo ha ottenuto finanziamenti per 185 progetti, per un ammontare totale di circa 48 milioni di euro (48.108.000 €). È importante sottolineare che una parte consistente di questi fondi, 11,3 milioni di euro, deriva dai progetti PRIN finanziati dal PNRR, dimostrando la capacità di intercettare le risorse strategiche del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ma il successo dell'Ateneo nell'ambito del PNRR è andato oltre: l'Università è partner in un Centro Nazionale strategico e, risultato di particolare rilievo, è capofila di uno Spoke di un Ecosistema dell'Innovazione, sempre finanziato dal PNRR (Vitality), per il quale gestisce ben 13,5 milioni di euro.

All'interno di questo quadro nazionale, ben 5,4 milioni di euro derivano proprio dai Fondi di Coesione e Sviluppo (FSC), destinati a finanziare dottorati di ricerca e progetti specifici. «Questo dato - ha messo in evidenza Patrizia Consolo della Direzione Capacity building per i territori di Formez PA, è emblematico: le politiche di coesione sono un tassello fondamentale nel sostenere concretamente la ricerca universitaria sul nostro territorio. Un esempio concreto di come stiamo portando avanti questo rafforzamento è l’"Accordo per il rafforzamento della capacità amministrativa e l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale", siglato il 1° luglio 2024 tra Regione Abruzzo, Dipartimento della Funzione Pubblica, Formez PA, ANCI, UPI e UNCEM regionali. Questo accordo non solo integra le tecnologie avanzate nei processi amministrativi, ma si propone anche di ottimizzare l’uso dei fondi pubblici e rendere l’amministrazione pubblica più trasparente ed efficiente».  Il Festival, quindiha concluso Murri -  non è stato solo un evento culturale, ma un momento cruciale per riflettere su come le istituzioni possano diventare più innovative e al passo con i tempi, attraverso l’uso delle nuove tecnologie e l’integrazione della ricerca scientifica nelle politiche pubbliche».